Tutti noi siamo familiari a voci dentro di noi che ci portano a riflettere su aspetti diversi dello stesso contendere . Siamo familiari altresì all’esperienza di sentire una “vocina” dentro di noi che ci guida all’improvviso di fronte a scelte difficili o a situazioni che appaiono bloccate. Ebbene questi voci che vivono con noi tutti i giorni, che si esprimono nella notte nei sogni, sono parte di noi e sono una moltitudine.

L’Io inteso come unico viene superato da un “Io” che è frutto di tanti “Io” dentro di noi.

Ognuno di essi si esprime in una determinata maniera, ognuno di essi aderisce a un codice di condotta molto chiaro, ha emozioni proprie, ha bisogni e valori propri.

Sulla poliedricità dell’Io si sono espressi molti importanti studiosi . I primi che cito sono Sidra & Hal Stone, fondatori della tecnica di Voice Dialogue. Gli altri? Jung, Virginia Satir e Berne.

Ebbene Voice Dialogue si basa su:

  •  Primo presupposto: noi siamo una pluralità di “Io

Cito esempi tratti da diversi Artisti sul tema della pluralità dei Sè

Pirandello: “Uno nessuno centomila”

Picasso: un suo quadro espone frammenti di un viso di una donna, ognuno dei quali ci rimanda ad un aspetto, ad una caratteristica della donna stessa.

Caravaggio: la dualità delle emozioni che trapela per esempio nel quadro “ I bari”. Segni di forti pluralità.

Nietzsche: in “Così parlò Zarathustra ” non si riconosce in uno o in tanti aspetti analizzati di altri: “proprio in quegli aspetti a volte rinnegati trovo la complessità e la pluralità dell’essere umano

L’uomo è un diamante, ogni faccia del diamante ci rimanda ad un aspetto di quella persona, ma noi percepiamo l’uomo nella sua unicità.

  • Secondo presupposto: Dualità o polarità

Voice Dialogue, oltre la pluralità, si basa sul concetto della Dualità o polarità fra aspetti contrastanti: la nostra forza e la nostra debolezza, la Parte a noi nota e la Parte “Cieca” (riferimento alla finestra di Johari) , la nostra arrendevolezza e la nostra caparbietà, la nostra passività e il nostro attivismo, la nostra Parte femminile e la nostra Parte Maschile. Parlando di Archetipi (Jung):

voice-dialogueSentendo interviste ad Attori importanti, ammettono che ogni Parte che interpretano permette loro di liberare e di dar voce a quella Parte che vive in loro. Un Attore un giorno disse per radio “è una terapia gratuita continua” .

La polarità descritta nella medicina cinese come Jin e Jang un’alternanza continua che permette lo scorrere della vita.

La notte e il giorno, il sole e la luna, il mare e la terra, il freddo e il caldo; elementi essenziali quali il fuoco, l’acqua, l’aria, il metallo e la terra.

La Dualità o Polarità ci spinge a vivere una Parte più che un’altra e a pensare che noi siamo quella Parte, dimenticando così che noi siamo molto di più che quell’unica Parte. Possiamo essere anche il suo opposto, se ci serve.

A volte nella nostra vita ci sentiamo senza risorse, ci sentiamo bloccati, ci sentiamo impotenti, ebbene in quel momento stiamo affrontando la vita in una Polarizzazione o immedesimazione con una Parte di noi. Non vediamo scelte, non vediamo risorse e quindi non riusciamo a prendere decisioni.

  •  Terzo presupposto: L’io Consapevole

E’ solo prendendo le distanze, divorziando un attimo da quella Parte che creiamo e ci diamo risorse alternative . E’ solo creando una TERZA POSIZIONE – Neutra – dice il Budda – che possiamo osservare senza giudizio la Parte in cui eravamo bloccati. Il suo contrario e dopo averlo vissuto, decidere e scegliere.

La parte NEUTRA viene chiamata L’IO o Ego Consapevole

Leave a Reply