Il team three60 changemakers

Ecco chi siamo

Crediamo molto nel valore di creare sinergie con altri. Ci sentiamo un po’ “sarte” che con il filo dell’esperienza uniscono le varie e molteplici competenze per creare l’abito su misura al nostro cliente.

Persone con percorsi di vita e background professionali molto interessanti, delle eccellenze in diversi campi, collaborano  offrendo strumenti e metodologie per poter accompagnare le aziende nelle loro fasi di cambiamento.

La ricchezza di esperienze e competenze è quello che ci permette di cogliere tutti gli aspetti di un tema e di affrontarlo a 360 gradi.

Annalisa bardi

Annalisa Bardi

Executive coach e fondatrice

Sono Annalisa Bardi. Vivo a Genova ma non sono genovese. Sono nata a Trieste, ho studiato e vissuto molti anni a Padova. Poi ho conosciuto (eravamo colleghi) un genovese, l’ho sposato e ora sono qui, vivo insieme a lui e al nostro figlio in affido.

Sono laureata in scienze matematiche e la vita mi ha portato a seguire tante diverse strade.

La mia parte matematica ha molto spesso sentito il bisogno di essere bilanciata con dell’altro. Ho sempre amato creare relazioni con le persone, soprattutto con quelle più emarginate e in difficoltà. Ho la grande fortuna di essere un’inguaribile ottimista e di trovare il lato buono in tutte le cose.

Vivere al mare mi fa stare bene, fin da bambina il mare è stato il mio ambiente ideale, forse per questo non ho avuto difficoltà a scegliere Genova come mia nuova casa.

Amo molto viaggiare, il cinema e leggere (datemi un bel romanzo e non ho bisogno di altro per ore).

marzia iori

Marzia Iori

Executive coach e partner

“Come la chiamiamo questa bella bambina? “ si chiesero quel giorno alcuni secondi dopo la mia nascita i miei genitori.

  Mi chiamo Marzia perché nata il  primo  giorno di Marzo di tanti anni fa. Poca fantasia? Molta creatività? Lascio a voi la decisione.

 Sono emiliana, nata a Parma, vivo ora a Reggio Emilia con il mio gatto a cui sono molto affezionata. Posso definirmi una nomade perché per motivi vari ho girato molte città, case, e nutro dentro di me sempre una grande spinta a lasciare il conosciuto per andare verso il non conosciuto.  L’altra grande mia passione è imparare. Sono curiosa e mi piace imparare nuove lingue, nuovi punti di vista, nuovi contenuti su argomenti quali arte, psicologia, filosofia,  geografia e storia. Ho appena terminato la stesura di un libro che riguarda la mia autobiografia. Verrà pubblicato nei prossimi mesi.  La mia infanzia l’ho trascorsa in mezzo alla natura in un piccolo villaggio sull’Appennino Reggiano. Lì ho imparato quanto sia importante la natura per me, rispettarla, curarla e farsi curare da lei. Attualmente vivo  nello stesso villaggio sei mesi all’anno e gli altri sei in città.

Chi siamo dal punto di vista professionale?

Da quando facciamo il coach, cosa ci ha portato qui, i valori in cui crediamo e il senso di questa professione per noi

Annalisa: Arrivata ad una posizione apicale nell’azienda dove lavoravo, nel 2008  mi sono trovata ad avere un profondo scollamento tra le strategie del Gruppo e dell’azienda e i miei valori. La mia scelta di non volermi allineare a qualcosa in cui non credevo mi ha portato all’uscita dall’azienda. E’ stato un momento non facile per me ma sicuramente un’opportunità di crescita. Conoscevo già il coaching e scelsi di fare un corso di approfondimento per mio piacere personale e per il desiderio di lavorare su me stessa. Durante i mesi di corso capii che quella era la mia strada e che potevo farlo diventare un mestiere.

Il coaching mi aveva aiutato a fare chiarezza in me stessa, decisi quindi di restituire quello che avevo ricevuto e di diventare a mia volta un coach per aiutare le persone nella loro crescita e sviluppo.  Questo è ancora un aspetto della mia professione che mi appassiona davvero moltissimo.

Marzia: Nel 2008 mi fu diagnosticato improvvisamente un tumore per fortuna allo stato iniziale. Fui in grado di curarlo prontamente  per un colpo di fortuna. In quel momento mi fermai a riflettere e mi chiesi che cosa era veramente importante per me . Che cosa volevo essere prima ancora di che cosa volevo fare. Mi risposi che prima di morire volevo lasciare una traccia di me, visto che non ho figli.  La vita mi inviò l’opportunità di iscrivermi ad un corso per diventare coach. Lì realizzai che era esattamente quello che cercavo.    In effetti per molto anni svolsi un lavoro nell’ambito bancario che mi appassionava, pur tuttavia sentivo che non era quello per cui ero nata . Quando iniziai la formazione per diventare coach intuii dentro di me che quello era il lavoro per cui ero in questa vita.  Essere coach per me significa contribuire allo sviluppo di persone, organizzazioni, comunità. Quindi lasciare un segno. Significa continuamente imparare, evolversi, migliorarsi per accompagnare altre persone nella loro strada evolutiva.

Sono una buona compagna di viaggio, anche se per brevi tappe.

Qual è il nostro background professionale?

Annalisa: Ho iniziato la mia vita lavorativa nel mondo della consulenza informatica, ho avuto poi una significativa esperienza prima come manager e successivamente come executive in una azienda internazionale passando dall’informatica all’organizzazione e infine alle risorse umane. 

Qui ho avuto l’occasione di lavorare in progetti internazionali collaborando con il Gruppo e inoltre di progettare e coordinare percorsi di coaching e di sviluppo della leadership per gli executive e i manager italiani.

Nel mondo delle risorse umane ho scoperto un mestiere appassionante e un grande interesse per lo sviluppo delle persone.

Il percorso nell’executive coaching integra la mia esperienza di azienda dandomi un mix di competenze che fanno di me un executive coach con una visione dell’organizzazione aziendale a tutto tondo.

Marzia: Ho lavorato per 39 anni nel settore bancario/finanziario. Ho svolto ruoli diversi: dal commerciale, all’amministrativo,  al consulente su tematiche riguardanti l’internazionalizzazione,  training  advisor,  project manager su progetti nazionali ed internazionali,  trainer su tematiche quali Intelligenza emotiva, comunicazione, negoziazione, leadership ed altro. Come coach ho lavorato su progetti riguardanti professional, executive, progetti specifici per talenti; su argomenti di cross culture,  e di genere . L’azienda per me rappresenta la realtà in cui la mia professionalità meglio si esprime: riconosco facilmente le dinamiche funzionali e disfunzionali che vengono messe in atto e quindi posso confrontarmi con l’interlocutore su basi costruttive e di cambiamento.   

In che occasione ci siamo conosciute?

Annalisa: A giugno del 2012, a pochi giorni dal terremoto dell’Emilia Romagna, ICF Italia decise  di far partire un progetto per aiutare le aziende colpite dal terremoto offrendo in dono dei percorsi di coaching. Ci fu subito la richiesta di volontari per lavorare nel team di progetto “coaching for Emilia”. Il compito del team era di comprendere la situazione del territorio, identificare le aziende interessate al nostro dono, coinvolgere i nostri soci coach ed organizzare i percorsi.

Io risposi immediatamente anche se abitando a Genova non ero proprio comoda nel muovermi in Emilia, ma l’idea di donare il mio tempo per organizzare il dono di tanti era irresistibile.

E anche Marzia rispose, lei oltretutto, essendo di Reggio Emilia, era nel cuore del territorio.

Quindi il progetto “Coching for Emilia” ci ha dato l’opportunità di conoscerci e di lavorare insieme!

Marzia: Nell’estate del 2016, uscita da pochi mesi dal Gruppo Bancario, stavo trascorrendo alcuni giorni di vacanza al mare. Stavo godendomi il sole e guardando il mare a pochi metri da me. Annalisa mi chiamò, all’inizio parlammo  del più e del meno, poi il nostro discorso dirottò sul professionale. Annalisa mi chiese che cosa volevo fare da “grande”? In quella occasione nacque l’idea di creare una partnership insieme.

Con Annalisa ci eravamo conosciute nel 2012 per un’attività comune svolta come volontarie all’interno dell’Associazione ICF . Il progetto allora riguardava offrire dei coaching  gratuito alle aziende dell’Emilia Romagna che avevano subito grossi danni a seguito del terremoto.   In quel contesto lavorammo bene insieme, nonostante le difficoltà che esistevano. 

Cosa ci ha portato a questa collaborazione insieme?

Quali sono i nostri punti di forza?

Il mio sogno è poter supportare le aziende che sono alla ricerca di un cambiamento profondo. basato su valori e senso di responsabilità verso il futuro.

In un momento in cui sentivo la necessità di allargare i miei orizzonti mi sono confrontata con Marzia e ho trovato in lei lo stesso sogno!

Annalisa: Marzia mi ha supportato e stimolato a dare concretezza a questo sogno. Sentivo forte il bisogno di non essere più da sola e di confrontarmi e misurarmi con qualcun altro. Marzia ed io abbiamo spesso idee ed approcci diversi e questo fa sì che il nostro dibattere sia sempre vivace e ricco.

Affiancare persone, squadre e aziende nella loro ricerca di cambiamento, aiutarle a creare una visione sistemica e poter mettere le nostre conoscenze e competenze a loro disposizione per creare valore e realizzare la loro visione a 360° è diventata ora la nostra missione!

Marzia: Che cosa ci ha spinto allora a lavorare assieme è ancora quello che ci spinge ora a continuare la nostra collaborazione. In sostanza una forte condivisione sul valore della “contribuzione”.  Entrambe sentiamo importante portare un contributo nell’ambiente attorno a noi. Siamo della stessa età, siamo molto differenti. A volte lavorare assieme diventa pesante fino ad essere a  volte sfinente. Entrambe però riconosciamo il valore della diversità e nonostante, e forse grazie,  il conflitto che è sempre generativo, sappiamo produrre idee innovative apprezzate dai clienti con cui lavoriamo . Questa differenza di modalità di vivere, di vedere il mondo, ma anche di agire (io più sintetica lei più analitica)  ci permette di cogliere aspetti che da sole non coglieremmo, inoltre di  testimoniare con il nostro rapporto che le differenze sono ricchezza e non ostacoli alla collaborazione.

Quello che ci unisce sono anche i valori del rispetto e della trasparenza/chiarezza.

Il  titolo del nostro viaggio “che Azienda vorrai lasciare alle future generazioni?”  è ancora attuale e si traduce nel rendere le aziende sempre più consapevoli dell’impatto che le loro decisioni possono avere sull’ambiente, sulle comunità, sulla società, sul futuro delle nuove generazioni.