Una delle prime volte che impattai nel concetto di responsabilità fu quando, molti anni fa, mia madre mi chiese, in occasione di una sua assenza, che io mi prendessi cura di mio fratello più piccolo.

Prendersi cura di lui mi rese responsabile delle mie e sue azioni.

Ecco è proprio qui “mi sentii responsabile delle mie e delle sue azioni”: da allora faccio fatica a distinguere il concetto di responsabilità che mi riguarda da quella degli altri.

Il tema della responsabilità è quello tra i più forti che ho trattato con i coachees nei vari anni di coaching. Succede spesso che nell’assumere l’incarico di un progetto, d’istinto, si prendano le responsabilità anche degli altri, in buona fede e per garantire una qualità del processo.

Succede, a volte, che noi ci sentiamo responsabili dei pensieri, emozioni e azioni di altri. Così come certi Altri si assumono la responsabilità dei nostri pensieri emozioni e azioni. In entrambi i casi ci sono una gestione del concetto di responsabilità errata e un fastidio emotivo, che si esprime attraverso il corpo.

Ero a Berlino quindici giorni fa. Ero a un corso di supervisione su Voice Dialogue. La mia insegnante americana fece scrivere su un foglio, a ogni partecipante, un tema che voleva fosse trattato. Poi li raccolse e ne estrasse uno. Era il mio. In quel momento, io mi sentii responsabile di quel tema e preoccupata che non fosse di interesse per gli altri. Mi sentivo in colpa. Il senso di colpa è spesso collegato alla responsabilità. Tenni questa emozione dentro di me per circa dieci minuti ma, quando l’insegnante iniziò a trattarlo, non ce la feci più e le chiesi: “Scusi mi sento responsabile di questa scelta e temo che il tema non interessi tutte le persone presenti”.

La mia insegnante mi sorrise, mi guardò con dolcezza e con la stessa dolcezza mi rispose: “Non è tua responsabilità Marzia. Come ho estratto il tuo foglio potevo estrarne un altro, quindi, definite e accettate le regole le seguiamo, anche se non sempre ci piacciono”. Mi sentii immediatamente sollevata: mi aveva aiutato a chiarire ciò che era mio e ciò che era degli altri. Lei aveva dettato le regole, lei si era assunta la responsabilità di condurre il gruppo su temi estratti a sorte. Io non c’entravo.

A volte succede il contrario: è molto più semplice lasciare che gli altri assumano la responsabilità dei nostri pensieri e azioni. E noi lasciamo a loro la nostra responsabilità, magari dopo lamentandoci di com’è gestita. Questo risvolto riguarda, a volte, contesti comuni, pubblici, altre volte, privati. Ci lamentiamo dell’immondizia, del surriscaldamento del pianeta, del rincaro del combustile e qual è la nostra responsabilità in tutto questo?

responsabilita

Imparare a identificare e successivamente a dividere le responsabilità, restituendo agli altri le proprie e assumendo le nostre, è un lavoro che aiuta nella gestione della relazione.

Di cosa siamo veramente responsabili allora? Dei nostri pensieri, emozioni e azioni. Verso gli altri di amarli, rispettarli, supportarli e ispirarli.

Il passaggio dell’identificazione e della separazione avviene in Voice Dialogue attraverso l’intervista prima alla nostra Parte Responsabile. Il più delle volte assume dimensioni di Sé Primario, con un forte assetto valoriale e ha chiarezza di quali e quanti compiti svolgere. Si descrive pesante e si visualizza nel corpo sulle spalle. Spesso lavora in team con la Parte di noi che vuole tutto sotto controllo e con la Parte perfezionista. Quando questo è identificato durante una sessione di coaching, il cliente ha un senso di pesantezza e spesso muove le spalle come se si volesse scrollare di dosso uno zaino.

È proprio lì, in quella posizione, che il cliente osserva in modo neutro se stesso e si rende conto degli sconfinamenti che lui o altri hanno compiuto nel campo della propria responsabilità. Si osserva come guardasse un’altra persona e comincia a separare, a restituire, a prendere. Il processo è sempre impregnato da un senso di forte libertà.

Il concetto di Libertà ha fatto nascere il concetto di responsabilità. Wikipedia cita “La responsabilità presuppone una situazione di libertà, in cui la persona può scegliere quale comportamento tenere; se tale scelta non gli fosse possibile, infatti, anche laddove fosse in grado di prevedere le conseguenze delle sue azioni, non potrebbe comunque adottare un diverso comportamento alla luce della sua previsione”.

Libertà e responsabilità sono strettamente connesse.

Nel ridurre un eccesso di responsabilità si ritorna verso una libertà di sé. E dal passaggio di mancanza di responsabilità all’acquisizione di responsabilità si va verso la libertà di scelta.

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