Il nostro lavoro come coach è quello di fare domande. A volte succede che di fronte a domande la risposta del cliente sia  “non lo so”. Ci possono essere molte ragioni per il “non so”, ma se, come coach,   ci fidiamo del nostro istinto  ed esploriamo delicatamente, ovviamente se il cliente lo permette,  potremmo essere ricompensati con un momento Aha!

Ci sono molte ragioni per quel “non lo so” – esempio paura delle conseguenze di affermare quella risposta ad alta voce. O forse riconoscere che c’è un bisogno di qualche cambiamento nella propria vita (potrebbero dover lasciare il lavoro) o forse il rapporto con noi, come coach, non è ancora del tutto creato ed hanno bisogno di fidarsi di più. Oppure potrebbe essere che hanno paura di quello che il loro critico interiore dirà alla loro risposta (non fare il bambino!). O forse è qualcos’altro…

A volte  non riconosciamo ciò che stiamo VERAMENTE pensando e quindi  stiamo rifiutando una parte di noi stessi. Siamo più concentrati su chi pensiamo di dover essere, piuttosto che su chi siamo realmente. E quando facciamo questo ci blocchiamo letteralmente dall’andare avanti, perché quello che stiamo dicendo è: mi vergogno/imbarazzo/paura di quella parte di me.

Da qui possiamo guardare i sentimenti, esplorare i giudizi, preparare piani di riserva, scoprire nuove opzioni, e soprattutto onorare l’intera persona. Con questo intendo onorare le parti dei nostri clienti che si sentono spaventate, imbarazzate, vergognose, risentite. Tutti quei sentimenti che non dovremmo provare – ma che ancora proviamo. Ed è un ottimo momento per ricordare ai nostri clienti: “Solo perché lo senti o lo pensi non lo rende vero”.

Quindi, ecco 14 modi possibili per rispondere e trasformare quel “non so” in un momento Aha!

Esempio di possibili  domande o interazioni/frasi  o comportamenti da adottare

  1. “Questo è un buon punto di partenza. Rilassiamoci per un momento in questo luogo di ‘non so'”.
  2. Stare semplicemente il silenzio. Non rispondere e aspettare con calma la loro risposta.
  3. “Ricorda che solo perché si risponde, non significa che devi fare qualcosa”.
  4. “Lo sento anch’io a volte. Ti va di prenderti un momento, fammi sapere quando hai pensato a qualcosa”.
  5. “E se tu sapessi segretamente la risposta, quale potrebbe essere?”
  6. “Cosa c’è sotto il ‘non so’?”
  7. “Cosa significa per te non sapere?”
  8. “Come ti senti in questo momento mentre pensi di rispondere a questa domanda?”
  9. “Hmmmm. Fai un respiro profondo e permetti a te stesso di sentire la domanda per un secondo”.
  10. “Se io schioccassi le dita e tu sapessi…” (schioccare le dita) Usare con cautela e con un ottimo rapporto
  11. “Allora, se (ciò di cui non sanno) avesse un colore/odore/gusto/suono, quale sarebbe?”
  12. “OK, e se tu mi dessi una risposta approssimativa, di getto senza pensarci quale sarebbe?”
  13. “Hmmmm. Proviamo qualcosa qui. Fai un respiro profondo e lascia che la tua mente crei la risposta come un’immagine, invece di cercare di farla accadere”.
  14. “Immagina di essere in un elicottero che sorvola la mappa della tua vita. Cosa noti della tua vita da lassù? Guardando giù con questa nuova prospettiva, come risponderesti ora alla domanda?”

Quindi, non sentirti mai più sorpreso da “non lo so” del cliente. Sii paziente. Usa una di queste possibilità per ispirarti e non si sa mai….

 

 

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