Premessa: in questo caso concreto è stata utilizzata durante la sessione di coaching la tecnica di Voice Dialogue. Quest’ultima nasce dalla Teoria di Jung che illustra l’esistenza dentro di noi di diversi Sé. Jung li chiamava: Archetipi. Attraverso questa tecnica è possibile intervistare quei Sé dentro noi, chiamate anche Parti, che scalpitano nel voler dire la loro, far chiarezza, conoscersi meglio e quindi agire più coerentemente con se stessi..
L’anno scorso lavorai con un Cliente che dirigeva in un’azienda un dipartimento importante. Aveva una parte di Sé primaria che si esprimeva nella rigidità, nel rispetto delle regole, nel sentirsi responsabile etc. Quando lo incontrai la prima volta, illustrò i temi possibili del nostro percorso di coaching in :
- difficoltà a gestire i propri errori, vissuti come sconfitta personale, a tal punto che in certi casi addirittura li negava
- poca relazione e sentirsi rigido. A volte esagerato in tale rigidità.
Gli proposi di esplorare le sue Parti interiori e questa prospettiva gli piacque molto perché sentiva forte dentro di sé questo dialogo interiore fra la Parte, che possiamo chiamare, Rigida e quella che lui definì, in sede di prima sessione, la Parte Maledetta.
Non mi spaventai di questa sua affermazione.
L’obiettivo fu quindi : migliorare l’approccio verso l’errore, l’imprevisto.
Chiesi al Cliente i dati di misurazione per dire, alla fine del percorso, che lo stesso era stato utile. Il Cliente li definì in questo modo:
- una migliore gestione delle situazioni impreviste
- ammettere a se stesso di aver sbagliato e non negarlo
- vivere l’errore come lezione e non come sconfitta.
Gradualmente il percorso iniziò. Alla terza sessione iniziammo a esplorare la sua Parte Rigida, che dimostrò subito rabbia e intolleranza verso quello che percepiva come errore rispetto ai suoi valori e bisogni. Come conseguenza, questi ultimi finalmente emersero. In quel momento la rabbia sparì la Parte si calmò e il cliente alla fine disse di sentire una strana sensazione di pace. Gli proposi di scrivere i sogni, se ne avesse avuti.
Sognò di essere in autostrada e che, a un certo punto, il traffico aumentò così tanto che tutto si bloccò. Lui era bloccato in mezzo a tante macchine e non riusciva più a muoversi. Decise allora di scendere dall’auto. Si mise sulla corsia sinistra dell’autostrada che nel sogno, a differenza della realtà, era la corsia di emergenza e iniziò a camminare. A lui si unirono tante altre persone. A un certo punto, decise di abbandonare tutte quelle persone e uscire dall’Autostrada. Vide una città e entrò in essa. Girò per vicoli e stradine e trovò una casa in cui vide un bambino giocare con le costruzioni. Entrò e si mise a giocare anche lui.
Di quel sogno, chiesi, quale era la Parte che più ricordava e a quale emozione l’associava. Mi rispose che era il gioco dei Lego che associava a divertimento. Esplorando la Parte collegata al suo senso di divertimento, emersero il concetto di libertà, tanti colori e luce, un senso di creatività . Questa Parte gli disse che lui stava usando male il suo tempo e che avrebbe dovuto essere più in contatto con il suo sé Bambino, perché lì risiedeva la sua Parte più creativa.
Alla fine di questa intervista, il Cliente aveva gli occhi che gli brillavano. Si sentiva carico. Si era permesso per pochi minuti di vivere totalmente questa sua Parte e la sentiva ora sia con il corpo sia con la mente.
Il percorso finì. Il Cliente si dichiarò soddisfatto e disse che davanti a lui vedeva una nuova strada.
Tutto fu coperto dal tempo e dalle priorità quotidiane.
Finché nella mia casella di posta non arriva una mail con oggetto notizie da un tuo ex–coachee.
Apro immediatamente e leggo … “Per inseguire quanto mi consigliava la mia parte più incline al divertimento, mi sono candidato a fine anno per una posizione aperta in azienda che ho ottenuto un mese e mezzo fa circa. Sono ora capo in un dipartimento con una situazione ancora più sfidante … il percorso di coaching mi ha dato l’ulteriore spinta per buttarmi in un ambito lavorativo tutto diverso, ma che trovo più stimolante rispetto al mio vecchio consolidato ruolo”
Mi domando quale scelta la sua parte Rigida, che guidava la sua esistenza, poteva fare, se lui non si fosse dato il permesso di esplorare la sua Parte Ombra? Se non lui non avesse accettato quella Parte Bambina/creativa che ha dentro di sé?.
Ora lui è soddisfatto perché ha accolto questa Parte e il bisogno correlato. Si diverte vivendo la sua Leadership in maniera leggera. Continua la mail scrivendo: “Per la mia prima riunione di dipartimento ho usato un video su … ed è stato un grosso successo, sia perché mi ha permesso di ri-elaborare il video in modo da poter dare i miei messaggi istituzionali, sia perché ha reso per tutte le persone quel momento più divertente.”
L’esplorazione di nostre Parti anche quelle che riteniamo più lontane da noi, il cliente la definì “Maledetta”, permette di esprimerle e di scoprire che, la Parte creativa non è molto distante da quanto pensavamo e ci è molto utile. Ciò non vuol dire diventare artisti, ma esprimere la leggerezza, che quella Parte porta con sé, portare idee nuove che generano, che implementano quello che già esiste. Insomma anche divertirsi.
Ps: Due giorni fa parlando con l’HR della ditta lo stesso mi ha informato che il mio cliente ha avanzato di nuovo raggiungendo ora una posizione apicale.